CasaSoleil.it https://www.casasoleil.it Per risparmiare acqua potabile, risparmiare sui consumi di riscaldamento, per proteggersi dalla calura estiva Wed, 24 Aug 2022 15:18:37 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.2.20 Lo smart working fa bene all’ambiente? Consigli per renderlo più ecosostenibile https://www.casasoleil.it/lo-smart-working-fa-bene-allambiente-consigli-per-renderlo-piu-ecosostenibile/ https://www.casasoleil.it/lo-smart-working-fa-bene-allambiente-consigli-per-renderlo-piu-ecosostenibile/#respond Wed, 24 Aug 2022 15:17:51 +0000 https://www.casasoleil.it/?p=1743 Lo smart working fa davvero bene all’ambiente? Facendo una prima analisi si può dire che lo smart working faccia bene all’ambiente, ma ci possono essere ... Leggi tutto

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Lo smart working fa davvero bene all’ambiente? Facendo una prima analisi si può dire che lo smart working faccia bene all’ambiente, ma ci possono essere alcune abitudini domestiche che potrebbero inficiare il lavoro da casa, aumentando l’inquinamento domestico.

Perché lavorare da casa è più ecosostenibile?

Lavorare da casa offre la possibilità di ridurre drasticamente le emissioni principalmente quelle che sono legate agli spostamenti in automobile e anche con i mezzi pubblici. Inoltre, permette di ridurre l’energia che viene usata per il raffrescamento o riscaldamento degli uffici.

La commissione Europea, infatti, a maggio del 2021, ha deciso di chiudere i suoi uffici di Bruxelles al fine di supportare una maggiore sostenibilità.

Uno studio IEA (International Energy Agency) ha permesso di dimostrare come una riduzione delle persone che devono fare almeno un tragitto di 6 km da casa a lavoro che scelgono di operare in smart working, possono supportare la riduzione dell’inquinamento ambientale.

Ecco perché la IEA vuole supportare lo smart working a livello mondiale e sottolinea come circa un quinto dei lavori al mondo potrebbe in realtà essere svolto da casa.

Basterebbero tre giorni a settimana in smart working per riuscire a risparmiare 80 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno.

Non sempre però lo smart working è un bene per il pianeta

Ci sono alcuni studi che sottolineano come lo smart working faccia bene all’ambiente. In alcuni casi il lavoro da remoto però potrebbe portare anche a un incremento della spesa in termini di energia elettrica.

Infatti, lavorare in smart working potrebbe portare le persone ad aumentare i viaggi annuali in giro per il paese o per il mondo, andando a incidere maggiormente sull’inquinamento ambientale rispetto a quanto succede usando l’auto per raggiungere tutti i giorni il posto di lavoro.

Inoltre, bisogna considerare che anche se si usa lo smart working in molti scelgono di lavorare in co-working andando ad aumentare quindi i livelli di energia utilizzati da questi luoghi, che vanno in questo modo ad equivalersi a quelli che in genere si usano in ufficio.

Secondo uno studio della UK Carbon Trust: i lavoratori tedeschi che d’inverno si recano a lavoro in treno, in realtà producono una mole di emissioni di CO2 minore rispetto all’energia che viene consumata durante il lavoro agile da casa.

Come rendere il lavoro agile più sostenibile per l’ambiente

Il lavoro agile può essere più ecosostenibile? Lo smart working o lavoro da casa sicuramente può supportare una riduzione delle emissioni di CO2 e del traffico cittadino. Ma per rendere questa scelta più eco-sostenibile bisogna comunque avere delle accortezze.

In primo piano sarebbe meglio optare per il lavoro in una postazione a casa, e non in altri uffici esterni o comunque in zone che richiedono spostamenti con l’auto.

Bisogna fare molta attenzione all’uso dell’energia elettrica a casa. Meglio optare per luci a led a basso consumo, cercando di trovare un posto per lavorare che favorisca per gran parte della giornata lo sfruttamento della luce naturale.

Anche per cucinare è meglio scegliere soluzioni che siano veloci e che non richiedano l’uso eccessivo e prolungato del gas oppure di elettrodomestici che hanno elevati consumi come il forno.

Se si vuole risparmiare in termini di consumi invece è meglio valutare un’offerta gas e luce che sia più conveniente in base alle proprie necessità. Inoltre, si consiglia di valutare anche offerte che prevedano approvvigionamento da fonti 100% naturali, come l’energia solare per il rifornimento di energia elettrica.

In conclusione, il lavoro agile fa bene all’ambiente ma per massimizzare i risultati è bene contare su abitazioni più efficienti che permettano di limitare i consumi, diminuendo l’impatto sull’inquinamento.

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Smaltimento dell’amianto: le normative e come fare https://www.casasoleil.it/smaltimento-dellamianto-le-normative-e-come-fare/ https://www.casasoleil.it/smaltimento-dellamianto-le-normative-e-come-fare/#respond Mon, 22 Jun 2020 08:32:33 +0000 https://www.casasoleil.it/?p=1739 Fino ad un certo periodo anche nell’edilizia italiana si utilizzava l’amianto. A partire dal 1992 l’amianto è stato messo al bando, secondo la normativa che ... Leggi tutto

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Fino ad un certo periodo anche nell’edilizia italiana si utilizzava l’amianto. A partire dal 1992 l’amianto è stato messo al bando, secondo la normativa che attribuisce specifiche conseguenze negative sulla salute alle fibre rilasciate da questa sostanza. Quindi nelle abitazioni in cui sono presenti ancora elementi di amianto è importante provvedere alla loro rimozione e al loro smaltimento. Tutto questo deve essere fatto soltanto da ditte di smaltimento autorizzate. Ma come fare se si ha la necessità di estrarre elementi di amianto da un immobile e provvedere al loro smaltimento? Che cosa dice la normativa riguardo a questo argomento? Vediamo di approfondire l’argomento, dandoti tutte le indicazioni fondamentali per tutto ciò che ti potrebbe essere necessario sapere sulla questione.

La normativa sullo smaltimento dell’amianto

Un’alternativa all’amianto è il fibrocemento ecologico di cui mette in evidenza le caratteristiche e i prezzi Likecasa.it: il sito di riferimento sulla casa in Italia. In particolare la legge 257 del 1992 ha messo al bando in Italia l’uso dell’amianto.

Secondo questa legge sono vietate la commercializzazione e l’importazione. Inoltre è molto importante evitare l’estrazione e i processi di produzione di manufatti che contengano amianto, come per esempio i prodotti in eternit.

Nel 1994 è stato emanato un decreto ministeriale che contiene anche i principi fondamentali da tenere presente per valutare il rischio e per approntare le bonifiche con le relative condizioni di sicurezza per gli interventi.

Quali sono le ditte autorizzate

Le normative stabiliscono delle regole molto strette per quanto riguarda lo smaltimento dell’amianto, che deve essere portato avanti da ditte specializzate e autorizzate. Secondo la legge 257 del 1992 una ditta autorizzata a questi processi deve essere iscritta all’albo nazionale delle imprese che si occupano di smaltimento di rifiuti. In particolare l’iscrizione deve essere fatta in riferimento alla categoria 10.

Come eseguire la procedura dello smaltimento

Sempre secondo le norme di legge la procedura di smaltimento deve seguire delle regole ben precise, specialmente quando ci si trova in presenza di amianto friabile, che quindi rilascia le fibre nell’atmosfera.

Si deve eseguire l’allestimento del cantiere che prevede un’area di decontaminazione del personale. L’area deve essere delimitata, in modo che sia autorizzato l’ingresso soltanto al personale protetto appositamente.

Bisogna poi portare avanti una procedura detta di rimozione ad umido, che consiste nel bagnare l’amianto con getti d’acqua a bassa pressione. L’amianto deve essere spazzolato ad umido, per evitare residui di fibre.

Poi agiscono due operai, uno addetto alla rimozione vera e propria e l’altro che provvede all’insaccatura. I sacchi con amianto vengono immediatamente sigillati.

Si prepara poi il trasporto con doppio imballaggio dei sacchi, che vengono messi in appositi locali per la decontaminazione e per effettuare l’etichettatura.

Il trasporto nell’area di stoccaggio deve essere programmato su un percorso protetto e definito. Poi lo smaltimento deve avvenire in un’apposita discarica autorizzata.

Quando è pericoloso l’amianto

Quando è compatto l’amianto può essere non pericoloso per la salute. In genere le sue fibre sono legate strettamente con il materiale che le circonda, quindi non così facilmente si liberano nell’aria.

D’altronde bisogna considerare che l’amianto è un materiale duro, che si sbriciola soltanto con mezzi meccanici. In questi casi bisogna controllarlo periodicamente, perché, se si riscontrano dei danni con il tempo, è opportuno bonificare.

Ciò che è più pericoloso è sicuramente l’amianto friabile, quando il materiale si sbriciola anche con semplice pressione. In questo caso l’amianto può diventare molto pericoloso, anche perché le fibre tendono a rimanere in aria più a lungo e facilmente possono essere inalate.

In situazioni come queste devi contattare necessariamente una ditta specializzata, per rispettare le norme di legge e per riuscire ad avere tutte le garanzie di non correre rischi.

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Inquinamento domestico: cos'è, cause, rimedi https://www.casasoleil.it/inquinamento-domestico/ https://www.casasoleil.it/inquinamento-domestico/#respond Tue, 03 Sep 2019 10:34:50 +0000 https://www.casasoleil.it/?p=1730 Ormai è dimostrato da anni che l'aria all'interno delle case non è la stessa di quella di fuori, solitamente risulta più inquinata in quanto la ... Leggi tutto

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Ormai è dimostrato da anni che l'aria all'interno delle case non è la stessa di quella di fuori, solitamente risulta più inquinata in quanto la "scatola chiusa" intrappola al suo interno l'aria viziata, vapori, esalazioni chimiche a volte molto nocive.

Un rapporto dell'O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha rivelato che circa il 40% dei materiali utilizzati in edilizia e nelle pulizie domestiche possono avere effetti nocivi sulla salute degli abitanti ed in particolare a quella dei più deboli (bambini ed anziani).

Inoltre la situazione può peggiorare ulteriormente se in casa abbiamo mobili che emettono esalazioni di sostanze nocive, impianti di condizionamento non controllati a dovere, campi elettromagnetici pericolosi, infiltrazioni da radon (gas inodore, incolore, praticamente inerte - che danneggia i tessuti polmonari, sospettato cancerogeno per le vie respiratorie - che si libera dal sottosuolo e può accumularsi nei locali non aerati).

Diversi anni fa, negli Stati Uniti è stata scoperta una vera e propria malattia causata dagli edifici; a tale patologia è stato dato il nome di "Sick Building Syndrome" ovvero "Sindrome da edificio malato".

Si presenta con veri e propri disturbi, più o meno intensi, quali nausee, irritazioni, dolori articolari, cefalee, ecc.

Anche in Italia si sono svolti studi e ricerche nel settore. Già nel 1991 la "Commissione Nazionale per l'inquinamento degli ambienti confinati", diretta dal Professore Umberto Veronesi (noto oncologo e Ministro della Sanità) aveva lanciato un grido di allarme per il degrado dell'aria respirata fra le mura domestiche.

Cause dell'inquinamento domestico e rimedi

Vediamo ora, ambiente per ambiente, quali fonti di inquinamento andiamo normalmente ad incontrare in un'abitazione; a cosa dobbiamo stare particolarmente attenti e come possiamo intervenire per prevenire gli effetti o per porvi rimedio.

  • Cucina
  • Camera da letto
  • Bagno
  • Ripostiglio
  • Soggiorno

Inquinamento domestico in cucina

Il gas 

Tutte le volte che accendiamo una fiamma abbiamo l'emissione, nell'ambiente, di sostanze combuste (bruciando, il gas si trasforma prevalentemente in vapore acqueo e anidride carbonica). Se gli ugelli non sono ben puliti o la fiamma non ben regolata si può avere l'emissione di sostanze provocate da una non completa combustione come il mortale monossido di carbonio o i pericolosi ossido e biossido di azoto che si formano in conseguenza delle elevate temperature raggiunte.

Oggi sono in commercio piani di cottura a gas che ne bloccano la fuoriuscita qualora la fiamma si spenga per qualche motivo.

Il vapore acqueo derivante in parte dalla combustione ed in parte dalla cottura dei cibi non è di per se dannoso; depositandosi sulle pareti crea però l'ambiente ideale per la proliferazione di muffe e microrganismi in genere.

Le muffe non sono dannose solo alle persone allergiche ma possono divenire elementi sensibilizzanti per tutti. Non va poi sottovalutata la combinazione del vapore acqueo con altre sostanze presenti nell'aria (ad esempio gli ossidi di azoto) che dà origine a composti nocivi.

Buona cosa è arieggiare spesso la cucina o utilizzare una cappa aspirante con scarico all'esterno. Poco utili sono invece le cappe filtranti che raccolgono principalmente particelle di unto ma non eliminano i gas nocivi e rimettono in circolo l'aria viziata. Se non vengono pulite spesso ed i filtri di depurazione non vengono regolarmente sostituiti possono, a loro volta, creare ambienti ottimali per la proliferazione di microrganismi e batteri.

L'acqua

Anche l'acqua per uso domestico può contenere sostanze inquinanti come metalli (piombo, nichel, ecc.) provenienti dalle tubature e batteri di vario tipo.

Sono eventualmente in commercio sistemi di filtraggio, anche poco costosi, che garantiscono una qualità dell'acqua decente (almeno quella che beviamo).

I mobili

Se diamo un'occhiata ai mobili della cucina, ci accorgeremo che, nella maggioranza dei casi, sono fatti in legno pressato o truciolare. In entrambi i casi vengono usati, per tenerli assieme, collanti sintetici a base di formaldeide: sostanza fortemente irritante per la pelle, gli occhi e le vie respiratorie e sospettata di essere cancerogena. A temperatura ambiente libera vapori tossici che contaminano l'aria.

Soprattutto nel caso di mobili nuovi si raccomanda di lasciare per qualche tempo ante e cassetti aperti e di arieggiare bene il locale per impedire il ristagno della formaldeide.

Un'alternativa potrebbero essere i mobili in legno massello che però sono generalmente molto costosi. In questo caso bisogna accertarsi che non siano stati trattati con pesticidi per impedirne l'attacco da parte degli insetti ma si siano utilizzate solo cere, tinture o lacche naturali.

Il frigorifero

Questo ormai indispensabile elettrodomestico non è sorgente di inquinamento all'interno dell'abitazione ma, normalmente, nel circuito di raffreddamento sono presenti gli ormai tristemente famosi clorofluorocarburi (CFC) che riducono la fascia protettiva d'ozono. 

Si raccomanda particolare cura nello smaltimento di questo elettrodomestico presso appositi centri di raccolta.

La lavastoviglie

Ricordiamoci che sono in commercio lavastoviglie che, grazie alla tecnologia, consentono di ridurre del 50% il consumo di detersivo e del 20% quello di acqua, consentendo un notevole risparmio energetico e, di conseguenza, anche economico.

I detersivi 

I detersivi contengono composti volatili responsabili di un buon 40% dell'inquinamento domestico.
Teniamo presente che più un prodotto è aggressivo contro lo sporco e più, normalmente, risulta aggressivo anche per la nostra salute.

Attenzione poi all'utilizzo di prodotti spray od ai nebulizzatori in quanto molte particelle vengono inevitabilmente inalate.

Oggigiorno sono in commercio detersivi - anche per lavastoviglie - completamente biodegradabili e senza fosfati con un prezzo più che ragionevole che, oltre a ridurre al minimo l'impatto ambientale, non hanno effetti negativi sulla nostra salute.

Inquinamento domestico in camera da letto

L'armadio

Posizionare l'armadio guardaroba in camera da letto non è sicuramente salubre.
Infatti, oltre alle esalazioni di formaldeide comuni alla maggior parte dei mobili, gli abiti lavati a secco e le sostanze antitarme utilizzate sprigionano sostanze nocive per lungo tempo.

L'ideale sarebbe poter disporre l'armadio in un'apposita stanza o nel corridoio. In alternativa arieggiare bene la camera, arieggiare bene i vestiti lavati a secco prima
di metterli nell'armadio ed utilizzare, come antitarme, prodotti a base di essenze naturali quali foglie di noce, fiori di lavanda o pepe nero in grani.

La libreria 

Evitate di posizionare una libreria in camera da letto; i libri accumulano polvere ed assorbono vapori di tutti i
tipi che poi disperdono lentamente nell'ambiente.

Apparecchiature elettriche 

Andrebbero utilizzate il meno possibile in quanto generano campi elettromagnetici che influenzano, poco o tanto, il campo magnetico naturale e possono portare a disturbi del sonno.

L'alternativa è dotarsi di un disgiuntore di corrente: un piccolo congegno che stacca completamente la corrente da una stanza se questa non viene utilizzata per un certo tempo ma la riattiva non appena viene richiamata agendo su un interruttore od una spina.

Letto, materasso, coperte e biancheria

A letto passiamo una buona parte della nostra vita; è il luogo dove ci ricarichiamo per affrontare la giornata successiva ma è anche dove, nel sonno, siamo più indifesi. E' per questo che dobbiamo cautelarci tenendo presenti alcuni importanti punti:

  • I peggiori nemici della nostra salute che possono insediarsi nel letto sono l'umidità e gli acari che si cibano dei frammenti di pelle che perdiamo naturalmente. Sono consigliati quindi i materiali naturali che permettano una facile pulizia.
  • E' d'obbligo una buona ventilazione del materasso utilizzando reti con doghe di legno ed evitando gli assali pieni.
  • Per quanto riguarda la biancheria, sono da evitare le fibre sintetiche preferendo quelle naturali non trattate come cotone, lana e lino. Attenzione poi ai tessuti ingualcibili in quanto, normalmente, sono trattati con formaldeide.

Inquinamento domestico in bagno

Accorgimenti

Per quanto riguarda i mobiletti ed il vapore acqueo vale lo stesso discorso fatto per la zona cucina.

  • Bisogna ricordarsi di arieggiare bene il locale dopo un bagno o una doccia per impedire il ristagno del vapore di condensa sulle pareti. L'umidità non dovrebbe discostarsi molto dai valori medi (tra il 30 ed il 60 %).
  • Utilizzare, per appendere gli asciugamani, sostegni che permettano di tenerli ben stesi dando la possibilità di asciugarsi in poco tempo riducendo quindi il ristagno di umidità e la proliferazione dei batteri.
  • Evitare inoltre di coprire interamente le pareti con piastrelle per poter permettere alle pareti di "respirare".
  • Attenzione, anche in questo caso, ad eliminare tutti i deodoranti, lacche, schiume da barba, ecc. che utilizzino come propellenti i già citati CFC.
  • Ottima cosa è la ventilazione meccanica forzata nel bagno; una ventola aspirante, collegata all'esterno, che elimina in poco tempo umidità, sostanze volatili ed odori.

Inquinamento domestico nel ripostiglio

Accorgimenti

E' stato definito come "bomba ecologica" in quanto al suo interno trovano posto detersivi, smacchianti, creme da scarpe, vernici, colle e quant'altro.

Sicuramente è il luogo della casa più "pericoloso" per la nostra salute ma, fortunatamente, è anche il più sgradevole per cui vi si passa, di fatto, pochissimo tempo.

Anche in questo caso la ventilazione meccanica forzata del locale permetterebbe, ogni tanto, di eliminare le sostanze tossiche volatili che inevitabilmente vi si formano.

Altrimenti cercate comunque di aerare, saltuariamente, evitando però di mandare l'aria inquinata in giro per tutta la casa.

Inquinamento domestico in soggiorno

E' il locale destinato agli ospiti ed allo svago o riposo serale. Normalmente vi si trova il televisore, eventualmente la moquette o un bel tappeto e, naturalmente, il mobilio.

Televisore 

Sul televisore vale la pena di spendere qualche parola.
Il televisore emette raggi X (che ci trapassano da parte a parte), ultrasuoni, radiazioni elettromagnetiche. Per questo motivo è bene rimanere ad una certa distanza dallo schermo che dovrebbe andare dai 3 metri per un televisore in bianco e nero ai cinque-sei metri per un televisore a colori.

Moquette e tappeti 

La moquette, come si può immaginare, è da evitare perché assorbe notevoli quantità di polvere, sporco e microrganismi e trattiene molte sostanze inquinanti oltre a liberarne essa stessa (i collanti utilizzati nella fabbricazione normalmente contengono formaldeide).

La pulizia "a secco" della moquette

Se proprio si vuole utilizzarla, preferire quella a fibre naturali rispetto alla sintetica ed utilizzare collanti poco dannosi all'ambiente.

I tappeti sono da scegliere in fibra naturale, magari resi più sicuri con le apposite retine antiscivolo.

Certo che, proprio per le loro elevate capacità di "spugne" negative, sia i tappeti che la moquette sono da evitare o da eliminare se vi sono persone con particolari problemi allergici.

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Emissioni CO2: fonti rinnovabili per ridurle https://www.casasoleil.it/emissioni-co2/ https://www.casasoleil.it/emissioni-co2/#respond Tue, 03 Sep 2019 09:29:25 +0000 https://www.casasoleil.it/?p=1715 L'anidride carbonica è uno dei principali gas responsabili dell'effetto serra perché trattiene il calore del Sole e se è presente in atmosfera sopra a una ... Leggi tutto

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L'anidride carbonica è uno dei principali gas responsabili dell'effetto serra perché trattiene il calore del Sole e se è presente in atmosfera sopra a una certa concentrazione provoca un surriscaldamento della Terra.

La concentrazione di anidride carbonica in atmosfera non è mai stata così alta negli ultimi 400.000 anni e continua a crescere a grande velocità. Le ultime rilevazioni dell'osservatorio di Mauna Loa (Hawaii, 2004) indicano una concentrazione di CO2 in atmosfera di 378 ppm (parti per milione).

L'incremento di concentrazione è da imputarsi principalmente alle emissioni di CO2 dovute alle attività umane e sopratutto all'uso dei combustibili fossili. 

La tabella ha lo scopo di illustrare la quantità di anidride carbonica (CO2) che si evita di immettere in atmosfera utilizzando fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e calore.

La diminuzione della produzione e dell'immissione di anidride carbonica nell'ambiente è l'obiettivo del Protocollo di Kyoto a cui aderiscono oltre 160 paesi di tutto il mondo tra cui molti paesi dell' Unione Europea e l'Italia (Piano Nazionale d'Assegnazione).

emissioni co2 in italia
produzione acs solare termico emissione co2
  • I kg di CO2 annua evitati sono 998 in caso di utilizzo di scaldabagno elettrico + integrazione al 60% con Solare termico ACS.
  • I Kg CO2 annua evitati sono 383 in caso di utilizzo di caldaia + integrazione al 60% con Solare termico ACS.
riscaldamento e co2 solare termico

A questi risparmi di CO2 vanno sommati anche i Kg di CO2 evitati per la produzione di ACS con l'ausilio del solare termico riportati nella tabella.

energia elettrica e co2 fotovoltaico
microeolico co2
microidroelettrico emissioni co2
biomassse co2

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Tecnologie per il riscaldamento: terminali di impiano https://www.casasoleil.it/terminali/ https://www.casasoleil.it/terminali/#respond Tue, 03 Sep 2019 08:06:51 +0000 https://www.casasoleil.it/?p=1708 Cosa sono? I terminali dell'impianto sono gli apparecchi che cedono calore nell'ambiente da riscaldare, le principali tipologie sono: termosifoni (detti anche radiatori o convettori) ventilconvettori ... Leggi tutto

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Cosa sono?

I terminali dell'impianto sono gli apparecchi che cedono calore nell'ambiente da riscaldare, le principali tipologie sono:

  • termosifoni (detti anche radiatori o convettori)
  • ventilconvettori
  • radiatori a battiscopa
  • pannelli radianti: a pavimento (i più usati), a parete, a soffitto

Termosifoni (radiatori o convertitori) 

L'acqua calda prodotta dalla caldaia viene convogliata attraverso una rete di tubi collegati ai radiatori (o convettori), montati nei punti prefissati dall'impiantista per poter permettere di riscaldare le singole stanze e i corridoi.

Il radiatore costituisce la parte finale dell'impianto e va dal classico termosifone a elementi, a quello a piastra radiante, all'infinita gamma dei praticissimi scaldasalviette da bagno. Esistono dei modelli, inoltre, che abbinano al funzionamento normale ad acqua calda della caldaia, anche una resistenza elettrica per produrre calore in situazioni di necessità immediata o fuori stagione, quando il riscaldamento è spento.

I materiali di costruzione variano dalla ghisa (ha un'elevata inerzia termica, si scalda lentamente ma conserva il calore molto a lungo), all'acciaio (garantisce eccellenti risultati estetici e ha un'ottima resa termica), all'alluminio (come l'acciaio si scalda rapidamente, ma si raffredda altrettanto velocemente). Prima dell'accensione dell'impianto è buona norma praticare una manutenzione attenta e regolare degli elementi eliminando l'aria che si fosse formata all'interno delle tubazioni.

Esempio di un termosifone

Ventilconvettori

Per mezzo del ventilatore di cui sono equipaggiati che investe l'intero ambiente, produce un attivo ricircolo d'aria, impedisce la formazione di zone stagnanti e stratificazioni e mantiene un movimento dell'aria gradevole e uniforme.

Il riscaldamento con i ventilconvettori produce un buon comfort. Infatti essi mantengono un flusso d'aria temperata nell'intero locale alla velocità e portata che meglio rispondo alle esigenze del momento. L'aria viene diffusa a temperatura moderata poichè il ventilconvettore è alimentato con acqua a bassa temperatura rispetto a quella dei radiatori: appena 45 o 50 °C. Ciò mantiene il livello di umidità dell'aria a valori entro i limiti di benessere nella maggior parte della stagione di riscaldamento.

Inoltre, nei locali la velocità dell'aria si mantiene sui valori di benessere (da 0,13 a 0,20 m/s). I più recenti ventilconvettori hanno un filtro sulla ripresa dell'apparecchio che trattiene con continuità polveri, filacce, fibre, pelo animale ecc. depurando l'aria e prevenendo l'inalazione di queste impurità. Pertanto le persone che soggiornano negli ambienti risultano protette contro gli effetti delle polveri, e nei locali si realizzano condizioni più igieniche e salutari. Non si producono antiestetici baffi sulle pareti, con il risultato di poter limitare e dilazionare nel tempo la pulizia e l'imbiancatura.

I ventilconvettori consentono di predisporre l'impianto per il condizionamento estivo con solo un lieve aumento del costo. L'utente, in un momento successivo, a sua discrezione, può estendere le funzioni dell'impianto in modo da avere il condizionamento dell'aria in tutta la casa. 

E' sufficiente l'installazione di un piccolo ed efficiente gruppo refrigeratore d'acqua (ad esempio una pompa di calore). La macchina refrigeratrice produce l'acqua refrigerata che alimenta i ventilconvettori nella stagione estiva. In questo modo essi realizzano il raffreddamento e la deumidifcazione dell'aria (tolgono cioè l'umidità), oltre alla sua costante filtrazione.

Esempio di un ventilconvettore

Radiatori a battiscopa 

Una seconda alternativa ai tradizionali radiatori è il sistema a battiscopa che consiste in un tubo di rame infilato in una serie di lamelle radianti. All'interno scorre acqua con temperatura di circa 60°C. Un velo di aria calda sale a contatto con la parete riscaldandola e determinando una situazione di equilibrio termico all'altezza di 150-200 cm: in questo modo si evita la dispersione di calore a livello del soffitto con conseguente risparmio energetico.

Esempio di un radiatore a battiscopa

Pannelli radianti 

La ricerca e lo sviluppo di sistemi innovativi sia per il comfort che per il risparmio energetico ha messo a punto la tecnologia dei pannelli radianti che si utilizzano nel riscaldamento e raffrescamento installandoli a pavimento, a parete e a soffitto.

Le attuali soluzioni permettono di dotare qualsiasi edificio nuovo o esistente, dal civile all'industriale, di impianti inglobati nelle strutture edili più vari. Si ottiene così una sensazione di comfort dovuta anche al fatto che l'aria è meno secca rispetto al sistema a radiatori e non vi sono correnti di aria calda. Con lo stesso impianto si può provvedere anche al raffrescamento delle stanze durante la stagione estiva.

La regolazione termica dei diversi circuiti in modo indipendente permette di stabilire una diversa temperatura in ogni locale. Il pannello radiante ha il vantaggio di dare la sensazione di trovarsi in un ambiente con 22-23°C mentre in realtà il termometro segna solo 20°C; ha inoltre un'importante funzione di isolamento acustico che permette di assorbire i rumori tra i vari piani.

Un ulteriore vantaggio dei pannelli radianti è che essi funzionano a bassa temperatura e quindi sono adatti ad una perfetta integrazione con il solare termico (combi), che può facilmente scalda l'acqua a temperature attorno ai 40°C.

Pannelli radianti a pavimento

Il più diffuso e consueto impianto a pannelli radianti è sicuramente quello a pavimento.
Esso ha numerosi vantaggi:

  1. Migliora il benessere termico riducendo i consumi 
  2. Riscalda e raffresca senza movimentare l'aria 
  3. Aumenta la superficie utilizzabile degli ambienti con un corrispondente maggior valore dell'immobile (non c'è nessun spazio da adibire e da rendere libero per l'installazione e l'uso dei termosifoni)
  4. Riscalda con minor consumo di energia 
  5. Lascia libertà d'arredamento (si possono posizionare i mobili ovunque e appoggiarli contro ogni parete)
  6. è polivalente (lo posso usare sia in inverno che in estate se lo progetto anche come sistema di raffrescamento)
  7. Non solleva polveri perchè non circola aria, infatti opera per effetto radiante, quindi evita i tipici malesseri degli impianti di climatizzazione e la tinteggiatura periodica per i "baffi" dei radiatori 
  8. Se si utilizza come sistema di raffrescamento, consuma molta meno energia elettrica di un normale spilt.

Molti hanno un ricordo negativo di questa tecnologia, per come era usata in molti appartamenti urbani di lusso costruiti negli anni 60 - 70: erano alimentati con l'acqua molto calda ( 60 - 70 gradi invece dei 28 - 29 raccomandati) di impianti centralizzati a temperatura non controllabile, quindi l'eccessivo caldo al pavimento provocava dolori alle gambe, sollevamento della polvere e conseguente sensazione di secchezza delle fauci. Basta un moderno controllo della temperatura dell'acqua per capovolgere totalmente la situazione e godere di una delle più confortevoli forme di riscaldamento.

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Biomasse: calore con combustibili come pellet, cippato, scarti boschivi e potature https://www.casasoleil.it/biomasse/ https://www.casasoleil.it/biomasse/#respond Tue, 03 Sep 2019 07:40:23 +0000 https://www.casasoleil.it/?p=1703 La biomassa è materiale organico come legna da ardere, pellet, residui di lavorazione del legno, residui delle coltivazioni e residui forestali utilizzati per scopi energetici. ... Leggi tutto

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La biomassa è materiale organico come legna da ardere, pellet, residui di lavorazione del legno, residui delle coltivazioni e residui forestali utilizzati per scopi energetici. Vediamo nel dettaglio:

Che cos'è la biomassa

Biomassa è un termine che riunisce una gran quantità di materiali, di natura estremamente eterogenea. In forma generale, si può dire che è biomassa tutto ciò che ha matrice organica, con esclusione delle plastiche di origine petrolchimica e dei materiali fossili, es. petrolio e carbone che esulano dall'argomento in questione. 

Le più importanti tipologie di biomassa sono: residui forestali, scarti dell'industria di trasformazione del legno (trucioli, segatura, etc.), piante espressamente coltivate per essere utilizzate a fini energetici e alcuni scarti delle aziende zootecniche.

Per uso domestico la biomassa è disponibile sotto forma di ceppi di legna da ardere, Pellets, segatura, mais, cippato.

A cosa serve la biomassa

A produrre energia termica (calore) per il riscaldamento di ambienti o per cucinare. E' la più antica fonte di energia utilizzata dall'uomo. 

Ove disponibile localmente, la biomassa può essere usata per alimentare l'impianto di riscaldamento di una abitazione, sostituendo completamente altre fonti di energia.

Come funziona 

Si bruciano biomasse combustibili per produrre calore in:

  • caminetti
  • termocamini
  • cucine economiche
  • stufe
  • caldaie

Prerequisiti

Disponibilità locale del combustibile.

La massima convenienza economica si ottiene se la biomassa è facilmente disponibile in loco, come nelle zone agricole e montane.

Le diverse caratteristiche della legna influenzano il rendimento della combustione. La tabella riassuntiva del potere calorico della legna guida ad una scelta più corretta per ottenere il massimo dalll'impianto installato.

 
Tipi legnapioppoquerciapinofaggioabetefrassinocastagnobetulla
Kcal x kg4.0224.5484.5574.5784.5884.6604.7314.800

Incentivi economici

  • Incentivi nazionali: consulta la Guida dell'Agenzia delle Entrate riguardo le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico aggiornata a dicembre 2011. 
  • Incentivi regionali: cerca sul sito della tua regione.

Benefici

Benefici economici

Dipende dalla zona geografica dove la stufa o caldaia è installata. Infatti se la zona è ricca di biomassa, essa è facilmente reperibile e quindi economica ed ecologica.

Benefici ambientali

La biomassa è un combustibile, l'anidride carbonica che emette quando brucia è quella assorbita dalla pianta durante la sua crescita e può essere riassorbita da una nuova pianta che cresce in modo da creare un ciclo a produzione nulla.

La fotosintesi è il processo biochimico alla base della trasformazione del carbonio inorganico presente in atmosfera in carbonio organico. Attraverso la fotosintesi le piante utilizzano l'energia radiante del Sole per traformare l'anidride carbonica in zuccheri. Foreste, colture agricole, pascoli e distese erbose ma anche il plancton rivestono un ruolo determinante nell'assorbire l'anidride carbonica presente nell'atmosfera per trasformarla in zuccheri e quindi in materia organica, restituendo ossigeno in atmosfera.

Dimensionamento

In base alla potenza, analogamente agli altri impianti di riscaldamento. I produttori riportano la potenza termica massima erogata.

Utilizzo

Cucine economiche, caminetti chiusi ad alta efficienza, stufe, caldaie.

Cucine economiche

Sono le eredi delle tradizionali cucine economiche, adatte sia per cucinare (anche al forno) che per riscaldare. La struttura è generalmente in ghisa o acciaio. Le stufe moderne hanno un sistema di controllo dell'aria comburente che ne migliora il rendimento, e spesso la fiamma è visibile attraverso uno sportello di vetro ceramico.

La potenza riscaldante è di circa 6-8 kW, quindi il contributo al riscaldamento è notevole. Per contro, tener presente che quando si cucina la stufa comunque riscalda l'ambiente (anche in estate!). Per questo motivo sono tradizionalmente molto usate nelle zone montane.

Stufe a Pellet

Sono stufe per il riscaldamento domestico che utilizzano i pellet (vedi di seguito) come combustibile. Hanno elevato rendimento (anche oltre l'80%), sono comode da utilizzare e a volte anche programmabili a distanza. Inoltre il carico di Pellet è sufficiente per un lungo periodo (24-48 ore), perchè la stufa alimenta automaticamente la fiamma con il combustibile.

La fiamma, anche se non variata come quella di un camino, è visibile.
Per contro, richiedono energia elettrica per l'accensione ed il funzionamento.

Schema di una caldaia a biomassa alimentata in automatico
Schema di una caldaia a biomassa alimentata in automatico

Pellet

I pellet sono cilindretti di legno prodotti sottoponendo ad elevata pressione la segatura, ossia gli scarti di legno puro (senza vernici) prodotti da segherie, falegnamerie ed altre attività connesse alla lavorazione del legno, senza utilizzare alcun tipo di collante, ma solo per effetto della pressione elevata.

pellet
pellet

Oltre ad essere un combustibile ecologico il pellet presenta anche dei vantaggi tecnici. Mentre la legna normale presenta un potere calorifico di 4,4Kw/Kg (con il 15 % di umidità con 18 mesi di stagionatura), quello del pellet è di 5,3 Kw/kg. La densità del pellet è di 650 kg/M3 ed il contenuto d'acqua è pari all' 8% del suo peso. Per questo motivo non è necessario stagionare il pellet per ottenere una resa calorica sufficientemente adeguata. Il diametro va da un minimo di 5 mm ad un massimo di 8 mm.

Caldaia a biomasse

Le caldaie a biomassa sono molto simili alle tradizionali caldaie a gas che vi saranno familiari, fornendovi il riscaldamento degli ambienti e l'acqua calda per tutta la casa, ma invece di usare il gas (o il petrolio) per produrre il calore, bruciano pellet di legno di provenienza sostenibile.

Caldaia a biomasse
Esempio di caldaia a biomasse

L'uso del legno al posto dei combustibili fossili aiuta a prevenire i cambiamenti climatici a lungo termine, in quanto l'anidride carbonica rilasciata durante la combustione è stata effettivamente assorbita durante la crescita dell'albero, quindi sono essenzialmente neutrali dal punto di vista del carbonio.

Ogni anno, circa 8,5 milioni di tonnellate di legno vanno in discarica in Italia; questo legno di scarto potrebbe essere utilizzato in caldaie a biomassa (se convertito in pellet) o bruciato in stufe a legna. Questo non solo fornirebbe calore e acqua calda, ma, così facendo, allevierebbe anche la pressione sulla capacità delle discariche.

Come funziona una caldaia a biomassa?

Una caldaia a biomassa funziona in modo molto simile alle caldaie convenzionali, bruciando combustibile per produrre calore che viene poi utilizzato per riscaldare l'acqua. Le caldaie a biomassa sono normalmente molto più grandi dei loro fratelli che bruciano combustibili fossili, anche se, per una serie di ragioni. In primo luogo, dal momento che bruciano pellet di legno al posto del gas, la caldaia deve essere più grande per contenere il maggior volume di combustibile.

Inoltre, potreste voler installare una tramoggia di alimentazione automatica sulla vostra caldaia a biomassa, che richiederà uno spazio aggiuntivo. Questo serbatoio immagazzina un grande volume di pellet di legno che vengono poi immessi automaticamente nella caldaia come richiesto, il che significa che la caldaia ha bisogno di essere alimentata molto raramente.

E 'anche una buona idea avere un negozio di pellet di legno presso la vostra proprietà in modo da poter continuare a produrre calore se per qualche motivo c'è un problema con il vostro fornitore di combustibile. Idealmente questo dovrebbe essere vicino a dove il combustibile viene consegnato a casa vostra, per ridurre al minimo la distanza che dovete portarlo.

La maggior parte delle caldaie a biomassa residenziali possono funzionare anche con i tronchi e il cippato, quindi se queste sono in abbondanza o se è possibile acquistarle a basso costo o addirittura gratuitamente, si ridurranno drasticamente i costi operativi della vostra caldaia a biomassa.

Ogni quattro settimane circa, la caldaia a biomassa dovrà essere svuotata della cenere. Questo può essere messo direttamente su un cumulo di compost per aiutare a fertilizzare il terreno.

Le caldaie a biomassa sono progettate per funzionare tutto l'anno; tuttavia si può scegliere di spegnerle in estate. Possono essere abbinate al riscaldamento solare o ad una doccia elettrica, fornendovi l'acqua calda solo per il lavaggio, durante i mesi estivi più caldi.

Domande frequenti 

Perché è considerata una fonte rinnovabile? 
La biomassa è considerata una fonte rinnovabile di energia perchè l'anidride carbonica che libera durante la combustione può essere riassorbita da altre piante nella fase di crescita che impiega la luce del sole e consuma anidride carbonica, formando un ciclo a emissioni nulle. La CO2 che la legna emette bruciando è la stessa che è stata assorbita durante la crescita dell'albero.

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Sistemi di raffreddamento: guida completa https://www.casasoleil.it/raffreddamento/ https://www.casasoleil.it/raffreddamento/#respond Tue, 03 Sep 2019 07:23:55 +0000 https://www.casasoleil.it/?p=1695 Il condizionamento dell'aria è il processo di rimozione di calore e umidità dall'interno di uno spazio occupato per migliorare il comfort degli occupanti. L'aria condizionata ... Leggi tutto

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Il condizionamento dell'aria è il processo di rimozione di calore e umidità dall'interno di uno spazio occupato per migliorare il comfort degli occupanti. L'aria condizionata può essere utilizzata sia in ambienti domestici che commerciali.

Questo processo è più comunemente usato per ottenere un ambiente interno più confortevole, tipicamente per gli esseri umani e altri animali; tuttavia, l'aria condizionata è anche usata per raffreddare e deumidificare le stanze piene di dispositivi elettronici che producono calore, come server di computer, amplificatori di potenza, e per esporre e conservare alcuni prodotti delicati, come le opere d'arte.

I condizionatori d'aria utilizzano spesso un ventilatore per distribuire l'aria condizionata in uno spazio occupato come un edificio o un'automobile per migliorare il comfort termico e la qualità dell'aria interna. Le unità elettriche basate sul refrigerante variano da piccole unità che possono raffreddare una piccola camera da letto, che può essere trasportata da un singolo adulto, a unità massicce installate sul tetto di torri per uffici che possono raffreddare un intero edificio.

Il raffreddamento è tipicamente ottenuto attraverso un ciclo di refrigerazione, ma a volte si usa l'evaporazione o il free cooling. I sistemi di condizionamento dell'aria possono essere realizzati anche a base di essiccanti (sostanze chimiche che rimuovono l'umidità dall'aria). Alcuni sistemi a corrente alternata rifiutano o immagazzinano il calore in tubi sotterranei.

Nel senso più generale, il condizionamento dell'aria può riferirsi a qualsiasi forma di tecnologia che modifica la condizione dell'aria (riscaldamento, (de-)umidificazione, raffreddamento, pulizia, ventilazione o movimento dell'aria). Nell'uso comune, tuttavia, il termine "condizionamento" si riferisce a sistemi che raffreddano l'aria.

Ecco le tipologie di sistema di raffreddamento più diffuse:

Centrali di produzione del freddo 

Le grandi utenze come centri commerciali, ospedali, centri direzionali, università, centri di ricerca..., utilizzano grandi apparati di produzione per il freddo, cioè grandi "frigoriferi" che producono grandi quantità di frigorie (unità di misura del freddo) che vengono poi inviati ai vari ambienti da raffreddare.

Pompe di calore

La pompa di calore può essere usata oltre che per riscaldare, anche per raffrescare. Infatti essa è una macchina reversibile e quindi può essere usata sia per produrre caldo, che per produrre freddo (o meglio per togliere calore).
Per maggiori approfondimenti si veda la sezione Generatori nelle Tecnologie per il riscaldamento.

Split

La soluzione degli split può sembrare la soluzione più semplice e veloce da adottare, ma è anche la meno efficiente ed intelligente. 

Bisogna tener conto che il costo di un dispositivo è dato dalla somma del costo iniziale + consumi. Quindi uno split che all'acquisto sembra economico, in breve tempo può rivelarsi molto costoso.

Se non ci sono altre possibilità, comunque, è bene scegliere un condizionatore con una efficienza elevata (anche se costano qualche decina di euro in più) e di potenza superiore a quella calcolata, per non farlo mai lavorare alla massima potenza e quindi al massimo consumo. 

Un ulteriore accorgimento potrebbe essere, quello di scegliere una macchina provvista di inverter , un dispositivo che modula la potenza (e quindi il consumo) in base alla necessità di raffrescamento. La macchina con l'inverter è però sconsigliata se lo split interno è installato tra due pareti molto ravvicinate.

Esistono due tipologie di condizionatori; quello fisso interno e quello portatile.

Split interno con compressore esterno

Questo tipo di condizionatore è diviso in due unità, una esterna con il compressore e l'altra interna con il condensatore e l'evaporatore. Per grossi ambienti esistono anche più unità interne collegate ad una sola grande unità esterna. Questa tipologia permette quindi di installare l'unità rumorosa all'esterno, posizionando a nostra scelta una o più unità interne.

schema condizionatore split

Climatizzatore portatile

Sono costituiti da un solo elemento poggiato su ruote, in cui sono montati direttamente il compressore, il condensatore e l'evaporatore. Normalmente sono rumorosi anche se ci sono in commercio modelli più silenziosi. Inoltre hanno lo svantaggio di dover tenere aperta la finestra per permettere al tubo di espellere l'aria calda; dalla finestra aperta se ne va anche molta dell'aria raffrescata. Il grosso svantaggio sta comunque nelle prestazioni che sono molto modeste.

Uno split portatile è "l'ultima spiaggia" in ambito di raffrescamento.

L'unico vantaggio di tali macchine è quello di essere portatili e quindi possono essere spostate dove se ne ha l'esigenza.

 Esempio di un climatizzatore portatile
Esempio di un climatizzatore portatile

Assorbitori o Adsorbitori

Gli assorbitori e gli adsorbitori, due macchine con lo stesso scopo ma aventi caratteristiche costruttive differenti, sono in grado di trasformare in "freddo" l'acqua calda che gli viene fornita in ingresso.

Solar cooling 

Il sogno di tutti è quello di raffrescare (produrre freddo) l'interno delle nostre abitazioni usando il calore del sole, che in estate abbonda. 

Oggi è a disposizione la tecnologia adatta per riuscirci; non è ancora matura per avere un mercato economicamente vantaggioso, ma le circa 40 installazioni esistenti in Europa (ricordiamo quella del Politecnico di Milano ancora in fase di realizzazione e studio del Dipartimento di Energetica) danno buone speranze per una commercializzazione su larga scale nei prossimi anni.

L'idea che sta alla base del Solar Cooling è molto semplice: usare la tecnologia del solare termico (vedere la scheda relativa al "Solare Termico") con l'aggiunta di particolari dispositivi chiamati assorbitori o adsorbitori (attualmente molto costosi) che producono "freddo" avendo in ingresso l'acqua calda (il calore).

Schema di principio del Solar Cooling
Schema di principio del Solar Cooling

I vantaggi del Solare Termico e condizionamento dell'aria "Solar Cooling" sono:

  • Migliore redditività dei sistemi solari già in uso (installati cioè per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda);
  • Copertura reale del fabbisogno estivo (raffrescamento - condizionamento) che oggi è in crescita esponenziale, quindi riduzione notevole della domanda di elettricità nei periodi estivi attraverso la produzione localizzata di "freddo".
  • Risparmio economico nella bolletta dell'energia elettrica da parte dell'utente

Teleraffrescamento

Il teleraffrescamento è una soluzione alternativa, rispettosa dell'ambiente e sicura per la produzione di acqua fredda per il raffrescamento degli edifici residenziali, terziari e commerciali. La tecnologia è simile a quella del teleriscaldamento: semplicemente si porta all'utente l'acqua fredda al posto dell'acqua calda. 

La presenza del teleraffrescamento implica tipicamente la presenza anche del teleriscaldamento.

E' In fase di sperimentazione una nuova generazione di teleraffrescamento, tramite la fornitura alle abitazioni collegate a rete di distribuzione di acqua calda (come avviene per il teleriscaldamento in inverno) che poi viene trasformata in "freddo" grazie a dei dispositivi chiamati assorbitori. Il funzionamento è simile a quello descritto nel Solar Cooling.

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Micro Eolico https://www.casasoleil.it/micro-eolico/ https://www.casasoleil.it/micro-eolico/#respond Sat, 31 Aug 2019 16:13:19 +0000 https://www.casasoleil.it/?p=1680 Il micro eolico per produrre energia dal vento Che cos'è E' l'erede dei vecchi mulini, sfrutta l'energia del vento per produrre energia meccanica o elettrica.Vengono ... Leggi tutto

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Il micro eolico per produrre energia dal vento

Che cos'è

E' l'erede dei vecchi mulini, sfrutta l'energia del vento per produrre energia meccanica o elettrica.
Vengono considerate MICRO le macchine eoliche che generano potenze fino a 20 kW destinate all'autoconsumo di energia e le macchine da 20 a 100 kW, che sono considerate di uso "industriale".

A cosa serve 

  • A produrre energia elettrica o meccanica; utile per utenze isolate o collegate alla rete elettrica.
    L'energia prodotta con macchine eoliche di piccola taglia, singole o collegate tra loro, è generalmente utilizzata sul posto.
  • Macchine eoliche non connesse alla rete elettrica possono alimentare utenze isolate come ad esempio sistemi di telecomunicazione, stazioni di pompaggio, utenze rurali e isole; in questi casi l'energia prodotta e non consumata viene immagazzinata in un sistema di accumulo formato, nella maggior parte dei casi, da batterie.
  • Macchine eoliche allacciate alla rete elettrica di bassa tensione possono integrare l'energia prodotta con l'energia della rete elettrica oppure vendere alla rete l'energia prodotta (la vendita di energia è consentita solo per macchine eoliche di potenza nominale superiore ai 20 kW).

Come funziona 

Le pale delle macchine eoliche vengono messe in rotazione dal movimento dell'aria. L'energia così ottenuta può azionare generatori elettrici (in questo caso si dicono aerogeneratori) o azionare macchine operatrici quali ad es. le pompe (in questo caso si dicono aeromotori).

Le pale della macchina (comunemente tre) sono fissate su un mozzo e nell'insieme costituiscono il rotore che normalmente si posiziona controvento. Il mozzo, a sua volta, è collegato a un albero sul quale è posizionato un freno a valle del quale si trova il generatore elettrico da cui dipartono i cavi elettrici diretti alle utenze da alimentare o alla rete.

Tutti questi elementi sono ubicati in una cabina detta navicella o gondola la quale a sua volta è posizionata su di un supporto-cuscinetto, orientabile in base alla direzione del vento. La navicella viene completata da un sistema di controllo di potenza, che interrompe il funzionamento della macchina in caso di vento eccessivo. Un timone posto in coda garantisce la migliore posizione della navicella in relazione alla direzione del vento. L'intera navicella è poi posizionata su di una torre che può essere a traliccio, tubolare o ad aste strallate.

Gli aspetti caratteristici che differenziano una tipologia di macchina da un'altra, indipendentemente dalla taglia di potenza e quindi di dimensione, sono i seguenti:

  • Sistema di controllo della potenza: a passo o a stallo.
  • Velocità del rotore: costante o variabile.
  • Presenza o assenza del moltiplicatore di giri.

Prerequisiti

La macchina eolica deve essere installata in un luogo ventoso, quelle attualmente in commercio necessitano di una velocità minima del vento di circa 3 metri al secondo per poter entrare in funzione.
La potenza estraibile dal vento per mezzo di un aerogeneratore cresce all'aumentare della velocità del vento e dell'area spazzata dalle pale; dipende inoltre dalla densità dell'aria, funzione delle caratteristiche condizioni meteo del luogo. 

Per valutare l'effettiva potenzialità di un impianto è indispensabile conoscere le ORE EQUIVALENTI annue di funzionamento alla potenza nominale, tale parametro è determinato da:

  • Distribuzione di frequenza della velocità del vento.
  • Curva di durata della velocità del vento.
  • Distribuzione di frequenza della velocità del vento.

Per determinare le ore equivalenti di un impianto in un sito è possibile svolgere delle campagne di misura sul posto o consultare l'Atlante Eolico interattivo; in Italia le zone favorevoli sono situate al centro-sud e sulle isole.

Gli impianti micro-eolici di potenza non superiore ai 20 kW generalmente non sono soggetti a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), è però opportuno che il soggetto intenzionato a realizzarli si informi presso la propria Regione o Provincia per conoscere la normativa in vigore.
Le macchine eoliche di potenza superiore ai 20 kW sono assoggettate a verifica di esclusione dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, quindi i siti di installazione vanno selezionati tenendo in considerazione i vincoli ambientali, archeologici, demaniali esistenti.

Quanto costa 

  • Il costo per installare un sistema completo di un aerogeneratore decresce in funzione della potenza installata: circa 1000 € al kW per impianti intorno ai 100 kW e può raggiungere 5000 € al kW per impianti molto piccoli di alcune centinaia di watt.
  • Il costo per installare un sistema completo di un aerogeneratore di 20 kW di potenza è circa 2.000/3.000 €/kW.
  • Per macchine di potenza compresa tra 10 e 20 kW il costo di un sistema installato "chiavi in mano" varia dai 3000-4000 € per kW installato. Per macchine di taglia più piccola (centinaia di watt-pochi kW) esso può raggiungere 4000 - 5000 € per kW installato.
  • I costi di gestione e manutenzione crescono con il tempo: anni 1-10, ~ 2%; anni 10 - 20, ~ 3% (% sull'investimento).

Incentivi economici

Incentivi nazionali

Un impianto eolico fino a 200 kW beneficia del regime di scambio sul posto tra l'energia prodotta dall'impianto e quella consumata attraverso la rete elettrica.

  • Lo Scambio sul posto 
    Tutti gli impianti per la produzione di energia elettrica, alimentati da fonti rinnovabili e quindi anche il micro eolico, con potenza fino a 200 kW possono accedere al meccanismo di scambio sul posto dell'energia elettrica prodotta, cioè la possibilità di cedere alla rete elettrica locale la produzione da fonte rinnovabile e di prelevare dalla stessa rete i quantitativi di elettricità nelle ore e nei giorni in cui gli impianti rinnovabili non sono in grado di produrre; tutto ciò pagando solo la differenza, su base annua, tra i consumi totali del cliente e la produzione del suo piccolo impianto.

Dal 2009, il servizio di "scambio sul posto" è gestito non più dai diversi distributori ma dal solo Gestore dei Servizi Energetici - GSE, secondo modalità uniformi per tutto il sistema nazionale.
Il nuovo sistema è stato introdotto dall’Autorità per l’energia (con il Testo integrato dello ‘scambio sul posto’ TISP - delibera n. 74/08) con l’obiettivo di garantire una maggiore semplicità contrattuale, più trasparenza ed efficacia di gestione e la corretta valorizzazione economica dell’energia elettrica immessa e consumata; le nuove regole si applicano agli impianti di produzione da fonti rinnovabili fino a 20 kW e quelli da cogenerazione ad alto rendimento con potenza fino a 200 kW.

Il valore dell’energia prodotta da piccoli impianti da fonti rinnovabili potrà essere utilizzato come eventuale "credito" negli anni successivi senza più il limite di tempo di tre anni, come previsto in precedenza.

  • Tariffa fissa omnicomprensiva 
    La produzione di energia elettrica mediante impianti eolici e di potenza nominale media annua non superiore a 1 MW, immessa nel sistema elettrico, ha diritto, in alternativa ai certificati verdi e su richiesta del produttore, a una tariffa fissa di 30 Eurocent/kWh, per un periodo di quindici anni.

La tariffa fissa onnicomprensiva, che comprende sia le componenti remunerative di mercato che quelle di incentivazione vere e proprie, è infatti garantita da un unico soggetto  nazionale, il GSE (il Gestore dei Servizi Energetici), e non più dai diversi distributori territoriali, in maniera frammentata. I produttori, possono concludere con il GSE una convenzione di ritiro dell’energia elettrica immessa secondo procedure uniche per tutto il sistema elettrico nazionale, basate su specifiche tecniche verificate dall’Autority.  La tariffa fissa onnicomprensiva non si applica al fotovoltaico che usufruisce già da tempo di altri sistemi di incentivazione.

Delibera ARG/elt 1/09

A partire da gennaio 2010, attraverso il portale web del GSE, potrà essere presentata istanza per il ritiro dell'energia a tariffa omnicomprensiva, con modalità analoghe a quelle già in essere per il ritiro dedicato.

Lo schema di convenzione per il riconoscimento della tariffa omnicomprensiva prevede la possibilità di cessione del credito che potrà essere attuata utilizzando esclusivamente il testo riportato sul sito del GSE.

  • I Certificati Verdi per impianti di taglia superiore ai 200 kW 
    A partire dal 2008, i certificati verdi, ai fini del soddisfacimento della quota d'obbligo di cui all'articolo Il, comma 1, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, hanno un valore unitario pari a 1 MWh e vengono emessi dal Gestore dei servizi elettrici (GSE) per impianti a produzione incentivata di cui al comma 143, calcolando la produzione netta di energia elettrica da fonte idraulica moltiplicata per il coefficiente pari a 1,00.
    • A partire dal 2008, i certificati verdi emessi dal GSE ai sensi dell'articolo II, comma 3, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, sono collocati sul mercato a un prezzo, riferito al MWh elettrico, pari alla differenza tra il valore di riferimento, fissato in sede di prima applicazione in 180 euro per MWh, e il valore medio annuo del prezzo di cessione dell'energia elettrica definito dall' Autorità per l'energia elettrica e il gas in attuazione dell'articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, registrato nell'anno precedente e comunicato dalla stessa Autorità entro il 31 gennaio di ogni anno a decorrere dal 2008. 
      Il valore di riferimento del coefficiente (1,00), potrà essere aggiornato, ogni tre anni, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, assicurando la congruità della remunerazione ai fini dell'incentivazione dello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili.
    • A partire dal 2008 e fino al raggiungimento dell' obiettivo minimo della copertura del 25 per cento del consumo interno di energia elettrica con fonti rinnovabili e dei successivi aggiornamenti derivanti dalla normativa dell' Unione europea, il GSE, su richiesta del produttore, ritira i certificati verdi, in scadenza nell' anno, ulteriori rispetto a quelli necessari per assolvere all'obbligo della quota minima dell'anno precedente di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n.79, a un prezzo pari al prezzo medio riconosciuto ai certificati verdi registrato nell'anno precedente dal Gestore del mercato elettrico (GME) e trasmesso al GSE entro il 31 gennaio di ogni anno.
      Il periodo di diritto ai certificati verdi di cui all'articolo 14 del decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20, resta fermo in otto anni.In alternativa ai CV c'è la possibilità di ottenimento dei certificati RECS, del valore ciascuno di 1 MWh di energia prodotta.

Incentivi regionali

Incentivi regionali: cerca sul sito della tua regione

Benefici

Benefici economici
Gli impianti per autoconsumo possono risultare economicamente convenienti per alimentare utenze isolate in zone ventose.
Gli impianti molto più grandi riescono a sfruttare economie di scala e incentivi alla produzione di energia elettrica che ne fanno la tecnologia più competitiva rispetto alle fonti tradizionali.

Benefici ambientali
La produzione di energia elettrica attraverso generatori eolici esclude l'utilizzo di qualsiasi combustibile, quindi azzera le emissioni in atmosfera di gas a effetto serra e di altri inquinanti.
L'energia impiegata nel processo di fabbricazione degli impianti viene recuperata in pochi anni di funzionamento.
Il micro-eolico rispetta l'ambiente perchè ha dimensioni contenute e non disturba il paesaggio.

Dimensionamento

Il dimensionamento di un impianto domestico (max 200 kW destinato all'autoconsumo) è funzione di:

  • ventosità del sito;
  • area disponibile per la macchina eolica;
  • energia utilizzabile dalle utenze;
  • capitale disponibile di chi fa l'investimento.

Anche se la ventosità del sito e lo spazio a disposizione consentono di installare potenze elevate, bisogna tenere in considerazione l'effettivo fabbisogno energetico dell'utenza che si intende servire, poichè l'energia elettrica prodotta e non consumata non gode della tariffa incentivante prevista dallo scambio sul posto.
I rotori più piccoli adatti a minime applicazioni domestiche, si attestano attorno a una potenza di 500W a cui corrisponde un diametro minimo del rotore pari a poco più di un metro, fino ad arrivare a 8 metri per taglie da 15 a 20 kW.

Il dimensionamento degli impianti di potenza nominale superiore ai 20 kW viene fatto per sfruttare al massimo il vento e lo spazio a disposizione e quindi per massimizzare la quantità di energia prodotta e immessa in rete.
Gli aerogeneratori fino a 100 kW di potenza sono dotati di rotori di diametro fino a 20 metri e possono raggiungere 20 metri di altezza.

Componenti

Una macchina eolica è molto semplice ed è composta da:

  • Rotore (pale);
  • Torre di sostegno;
  • Moltiplicatore di giri.

Se la macchina viene utilizzata per produrre energia elettrica è composta anche da:

  • Generatore; Sistema di controllo;
  • Trasformatore.

Per l'alimentazione utenze isolate occorrono:

  • Batterie di Accumulo; Inverter DC/AC (corrente continua/corrente alternata);
  • Carica batterie (convertitore AC/DC) e sistema di controllo.

Per il collegamento alla rete elettrica deve essere provvista di:

  • Quadro elettrico completo di dispositivo di interfaccia alla rete elettrica di bassa tensione; Sistema di controllo del parallelo alla rete elettrica di bassa tensione;
  • Inverter AC/DC/AC.
Schema di un aerogeneratore
Schema di un aerogeneratore

Durata dell'impianto 

Il tempo di vita di un impianto ammonta a circa 20 anni.

Materiali alternativi

Generatori ad asse orizzontale.
Generatori ad asse verticale.

  • Generatori ad asse orizzontale 
    Esistono diverse configurazioni di turbine eoliche ad asse orizzontale: monopala, bipala, tripala, multipala. All'aumentare del numero di pale diminuisce la velocità di rotazione, aumenta il rendimento e cresce il prezzo. 
    La maggior parte delle turbine costruite attualmente è ad asse orizzontale, a tre pale, caratterizzate da una coppia motrice più uniforme (con sollecitazioni minori e quindi di durata maggiore), energia prodotta leggermente superiore (cioè rendimento maggiore in linea di principio), nonchè, minore disturbo visivo, in virtù di una minore velocità di rotazione.
  • Generatori ad asse verticale
    La macchina Savonius caratterizzata da un rendimento globale molto basso (20% dell'energia posseduta dal vento) lavora bene con venti deboli ma il suo rendimento crolla con venti forti. » molto robusta e ha una forte coppia di spunto che ne consente l'avviamento con venti debolissimi.
    La macchina Darrieus è caratterizzata da grande semplicità di costruzione e da alto rendimento che si attesta intorno al 40% dell'energia del vento, e riesce a combinare i vantaggi della macchina Savonius e delle pale aerodinamiche delle macchine ad asse orizzontale. Il regime di rotazione è molto elevato mentre la coppia di spunto molto bassa non permette a questa tipologia di macchine di avviarsi spontaneamente.
Le attuali tipologie di aerogeneratori
Le attuali tipologie di aerogeneratori

Manutenzione

L'impianto funziona in modo autonomo senza richiedere interventi operativi. Periodicamente occorre verificare il buon funzionamento di tutti i componenti. Per gli impianti da qualche decina di kW si procede annualmente a una verifica di corretto funzionamento.

Domande frequenti 

Sostituisce il collegamento alla rete?

Solo gli impianti situati in luoghi molto ventosi e dotati di un accumulo adeguato possono garantire un buon livello di servizio senza un collegamento alla rete elettrica, ma questa soluzione è conveniente solo per applicazioni molto particolari (ad es. pompe) o per utenze difficilmente raggiungibili dalla rete elettrica.

E se va via il vento?

L'energia viene integrata da appositi accumuli o dalla rete.

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Microcogenerazione https://www.casasoleil.it/microcogenerazione/ https://www.casasoleil.it/microcogenerazione/#respond Sat, 31 Aug 2019 15:51:56 +0000 https://www.casasoleil.it/?p=1676 Che cos'è?  Un motore a combustione interna utilizzato in un edificio per produrre contemporaneamente elettricità e calore. Il principio è esattamente quello del riscaldamento dell'automobile, che ... Leggi tutto

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Che cos'è? 

Un motore a combustione interna utilizzato in un edificio per produrre contemporaneamente elettricità e calore. 
Il principio è esattamente quello del riscaldamento dell'automobile, che brucia combustibile per muoversi, caricare la batteria e riscaldare l'abitacolo.

  • E' la generazione contemporanea (Co-generazione) di energia elettrica e calore. 
  • Il prefisso micro si riferisce alla potenza elettrica dell'impianto, che non supera i 200-300 kW.
  • Il principio su cui si basa la cogenerazione è quello di recuperare il calore generato durante la produzione di energia elettrica, altrimenti disperso nell'ambiente, e riutilizzarlo per produrre energia termica.

A cosa serve

Produce energia elettrica più economica di quella che si acquista dalla rete, sfruttando il naturale riscaldamento del motore per sostituire o integrare la caldaia di casa.

E' nata per aumentare l'efficienza nella produzione di energia elettrica, riducendo gli sprechi sotto forma di calore. 
La micro-cogenerazione richiede il 30-40% di combustibile in meno rispetto alla generazione separata di energia elettrica e termica, a parità di output prodotto.
Il risultato migliora al crescere della taglia della macchina.

cogenerazione vs generazione separata
Confronto tra micro-cogenerazione e generazione separata (rendimenti di riferimento per il confronto con la generazione separata: rendimento elettrico medio delle centrali italiane 38%, rendimento termico stagionale di una caldaia 80%).

Il confronto dipende dai rendimenti di riferimento utilizzati per la generazione separata di energia elettrica e termica.

Le migliori centrali elettriche oggi esistenti, i cicli combinati, raggiungono rendimenti del 60%. D'altra parte, è ragionevole pensare che il diffondersi della cogenerazione porti allo smantellamento delle peggiori centrali ancora funzionanti, con rendimenti bassissimi. Una soluzione intermedia è il confronto con l'energia elettrica effettivamente sostituita, utilizzando il rendimento medio delle centrali funzionanti oggi in Italia: 38%.

Come rendimento di riferimento per la produzione separata di energia termica abbiamo utilizzato quello medio stagionale di una caldaia a gas: 80%.

In alcuni casi la micro-cogenerazione è utilizzata in configurazione ad isola, per garantire la continuità della corrente elettrica in caso di black out.

Come funziona 

Il motore, in genere alimentato a metano, fornisce energia meccanica ad un generatore, che la trasforma in energia elettrica. 

Il calore di scarto, anziché essere disperso nell'ambiente nei fumi di scarico, viene recuperato ed utilizzato per soddisfare un'utenza termica a bassa temperatura.

cogeneratore
Micro-cogeneratore: schema di funzionamento semplificato.

In realtà il sistema di recupero termico è composto da tre scambiatori di calore:

  • uno scambiatore aria-acqua per recuperare il calore dei fumi di scarico (parte più consistente)
  • uno scambiatore acqua-acqua per recuperare il calore del liquido di raffreddamento del motore
  • uno scambiatore olio-acqua per recuperare il calore dell'olio del motore

Quindi la macchina produce acqua calda a diverse temperature, la minore delle quali è di circa 90°C.

Prerequisiti

L'efficienza della macchina viene sfruttata solo quando si utilizza tutto ciò che produce elettricità e calore. Altrimenti conviene spegnerla. 
In estate il calore può essere trasformato in freddo.

Per un buono sfruttamento della tecnologia l'utenza presso la quale è installata la macchina deve richiedere, per almeno 3000-4000 ore l'anno, contemporaneamente:

  • calore a media (150°C) e bassa temperatura (max 90°C)
  • elettricità, in quantità pari al rapporto di generazione della macchina (in genere 1/3 di energia elettrica e 2/3 di energia termica)

Quindi le utenze ideali sono industrie, ospedali, alberghi, piscine e serre. 
E' in ogni caso necessaria una simulazione numerica per verificare se le ore di utilizzo annue portano ad un vantaggio energetico in grado di ripagare i maggiori costi d'investimento, di gestione e manutenzione rispetto alla generazione separata.

Esistono casi studio di applicazione in condominio, che non presentano difficoltà tecniche, ma normative ed autorizzative: condizione necessaria per l'utilizzo della micro-cogenerazione per tali utenze è la possibilità di scambiare l'energia elettrica autoprodotta e non consumata col proprio distributore (scambio sul posto o puntiforme), utilizzato come una sorta di "banca" dell'energia. In tal modo si potrebbe sopperire alla diversa distribuzione nel tempo di consumi elettrici e termici.

In Italia ciò non è previsto. La micro-cogenerazione è perciò poco diffusa in ambito residenziale, e non vengono ancora proposte le piccolissime taglie. 

La macchina può essere utilizzata in modo efficiente anche d'estate abbinata ad una macchina ad assorbimento che trasforma il calore prodotto in freddo (trigenerazione). In questo caso si aumentano le ore di utilizzo, ottenendo tempi di ritorno dell'investimento molto interessanti.

Quanto costa

Il prezzo varia molto in base alla potenza e al modello. 
La commercializzazione è molto limitata in Italia e quindi non esiste un prezzo di riferimento di mercato.

Incentivi economici 

La cogenerazione è assimilata all'energia rinnovabile ed è ritenuta fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto. Gode quindi di finanziamenti statali e regionali, del recupero dell'IRPEF del 55% e dell'aliquota IVA al 10%.

Parte del combustibile utilizzato in cogenerazione è defiscalizzato.

Sono previsti incentivi sia sull'investimento iniziale per l'installazione della macchina che per l'energia prodotta. Per l'attribuzione di tali benefici non è sufficiente la produzione contemporanea di elettricità e calore da uno stesso impianto, ma è necessario che gli impianti garantiscano un significativo risparmio di energia (Indice di Risparmio Energetico almeno del 10%) e che producano almeno il 15% di energia termica sul totale prodotto, (delibera AEEG 42 del 2002).

INVESTIMENTO INSTALLAZIONE

Finanziamento del 20 o 30% per la realizzazione di progetti pilota per la promozione della cogenerazione diffusa (Gazzetta Ufficiale N.85 del 13/04/2005). Finanziamenti agevolati e contributi sono periodicamente messi a disposizione da alcune Regioni. 

Recupero dell'IRPEF del 41% (confermato per il 2006) nel caso di installazione in edifici esistenti (Legge 23 Dicembre 2005 n. 266).
Aliquota IVA al 10%.

ENERGIA PRODOTTA

La cogenerazione è assimilata alle rinnovabili e quindi gode della priorità di dispacciamento nelle reti, indipendentemente dal merito economico (decreto Bersani, n.79/99): il distributore locale è tenuto a ritirare l'energia immessa in rete.

  • Micro-cogeneratori di potenza elettrica superiore a 20kW
    Sono considerati Officine Elettriche ai sensi del decreto 504 del 1995: è richiesta denuncia all'Ufficio Tecnico di Finanza ed è concessa la vendita dell'energia elettrica prodotta e non autoconsumata. 
    La bassa remunerazione del kWh elettrico prodotto, stabilita dalla delibera AEEG 34 del 2005, non rende conveniente tale soluzione (prezzo medio sulle varie fasce orarie di circa 6 centesimi), a meno che l'impianto non sia abbastanza grande da permettere un accordo bilaterale a condizioni migliori. 
    Vengono applicate le imposte (erariale di consumo e addizionali) a tutta l'energia elettrica prodotta, anche se autoconsumata (valore pari a quello che si pagherebbe acquistando l'energia dal distributore locale, ma senza IVA: attualmente 0,0124 ¤/kWh per utenze industriali, 0,02329 ¤/kWh per usi domestici residenti con potenza impegnata superiore a 3kW, 0,0251 ¤/kWh per usi domestici non residenti). 
    La tariffa del gas metano utilizzato in cogenerazione usufruisce della defiscalizzazione (è esente da imposta di consumo il gas metano utilizzato per la produzione di energia elettrica, nella quota di 0,25 mc/kWh). 
  • Micro-cogeneratori di potenza elettrica non superiore a 20kW
    Non sono soggetti all'obbligo di denuncia all'Ufficio Tecnico di Finanza ed al pagamento delle imposte sull'energia autoconsumata (decreto 504 del 1995, Art. 52 - come modificato dalla legge 133/99, Art. 10, comma 8 - e Art. 53). 
    Nella pratica molti operatori preferiscono non avvalersi di questa agevolazione, poiché la mancata installazione di dispositivi di misura fiscale non permette di godere della defiscalizzazione sul gas metano. Gli impianti vengono quindi denunciati all'Ufficio Tecnico di Finanza e trattati dal punto di vista fiscale come gli impianti al di sopra dei 20kW. 
    L'estensione dello "scambio sul posto", già previsto per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili con potenze inferiori ai 20kW di picco, anche alla micro-cogenerazione garantirebbe implicitamente di vendere l'energia prodotta alla stessa tariffa dell'elettricità acquistata dal distributore locale.

Benefici

Benefici economici

Risparmio sul costo dell'energia elettrica autoprodotta e sulla potenza installata.
In media l'impianto si ripaga in 4-5 anni con un utilizzo di almeno 3000-4000 ore l'anno (autoconsumo 100% energia elettrica prodotta).

L'impianto di cogenerazione richiede un extracosto iniziale e maggiori spese di manutenzione rispetto ad un impianto di riscaldamento. Ogni anno si ha un risparmio sulla bolletta elettrica, sia per l'energia elettrica prodotta che per la minore potenza installata. Il calcolo del ritorno dell'investimento va fatto caso per caso, e dipende da:

  • ore di utilizzo annuo;
  • potenza installata;
  • utilizzo o vendita dell'energia elettrica prodotta;
  • tariffa di acquisto del gas;
  • tariffa di acquisto dell'energia elettrica consumata.

Benefici ambientali

Rispetto alla generazione separata di energia elettrica e termica, la cogenerazione riduce del 30-40% la quantità di combustibile utilizzato, e quindi le emissioni inquinanti.

Il beneficio ambientale riguarda soprattutto la riduzione dell'emissione di CO2 in atmosfera rispetto alla generazione separata. 

Si ha una consistente riduzione anche dell'inquinamento termico causato dal raffreddamento delle grandi centrali termoelettriche. La situazione è un po' diversa per gli agenti inquinanti locali: bruciando meno di combustibile si ha ovviamente minore produzione globale anche di polveri sottili. Ma il decentramento della produzione avvicina l'emissione di queste polveri all'utenza, quindi il risultato è in realtà un lieve aumento delle polveri nelle aree urbane.

Dimensionamento

Il dimensionamento si basa sostanzialmente su calcoli di convenienza economica: per ottenere il ritorno dell'investimento è fondamentale che tutta l'energia prodotta sia valorizzata. Un'analisi accurata dei carichi elettrici e termici dell'utenza e della loro distribuzione nel tempo permette di determinare la potenza utilizzabile per almeno 4000 ore l'anno.

Dal punto di vista energetico, l'impianto andrebbe dimensionato in base all'utenza termica: un eccesso di produzione elettrica potrebbe essere immesso in rete, garantendo l'utilizzo del 100% dell'energia prodotta anche alle utenze che non hanno necessità contemporanea di energia elettrica e termica. La bassa retribuzione del kWh elettrico autoprodotto e la mancata applicazione dello scambio sul posto non rendono conveniente oggi in Italia questa soluzione. Gli impianti vengono quindi dimensionati in modo da garantire l'autoconsumo del 100% dell'energia prodotta per almeno 4000 ore l'anno.

Una potenza termica variabile può essere gestita con un micro-cogeneratore sottodimensionato che funzioni costantemente alla sua massima potenza (dove l'efficienza è maggiore) ed una caldaia ausiliaria che copra i picchi di carico. 

Spesso il dimensionamento della caldaia d'integrazione e della fornitura elettrica viene fatto senza tenere conto dell'impianto di cogenerazione, che viene spento per alcuni giorni l'anno per manutenzione.

Esistono nuovi modelli che lavorano in maniera efficiente a varie potenze, inseguendo il carico termico (configurazione termico guida) o elettrico (configurazione elettrico guida) richiesto.

Componenti

Un motore a combustione, un alternatore, un sistema per il recupero del calore ed interconnessioni elettriche concentrati in un solo sistema integrato.

La macchina è composta da:

  • Motore primario: converte il combustibile in energia meccanica.
  • Generatore: converte l'energia meccanica in energia elettrica.
  • Sistema di recupero termico: assorbe l'energia contenuta negli scarichi del motore primario, rendendo disponibile energia termica utilizzabile.

In caso di collegamento alla rete elettrica è necessario installare un dispositivo d'interfaccia di rete omologato Enel, che aumenta il costo di circa 1000 euro.
In ogni caso va prevista una stazione di misura fiscale, per certificare l'energia elettrica autoprodotta.

Durata dell'impianto 

Con manutenzione programmata circa ogni 1500 ore di funzionamento, può durare più di 20 anni.
Esistono nuovi modelli che richiedono la manutenzione ogni 10000 ore di funzionamento.

Materiali alternativi 

Il motore in genere è alternato a combustione interna, Otto o Diesel. Per le piccole taglie si preferisce il motore Stirling.

Si sta diffondendo l'utilizzo delle microturbine a gas.

Il combustibile più utilizzato è il gas naturale, ma esistono applicazioni con GPL, Gasolio, Biogas ed Olio di colza. 

In Inghilterra è in commercio dal 2007 una macchina con motore Stirling, la Whispergen, dedicata alle piccole utenze domestiche:

  • Potenza elettrica max 1,2 kW
  • Potenza termica max 8 kW
  • Rendimento elettrico 12%
  • Rendimento termico 77%
  • Costo circa 15.000 €

Altri produttori si stanno affacciando sui mercati internazionali con sperimentazioni in corso:

Utilizzo

Questi sistemi decentralizzati di produzione energetica sono molto semplici da installare e hanno grande flessibilità. Di solito sono consegnati "chiavi in mano" e sono necessari solo gli allacciamenti alla rete idrica, elettrica e ad un serbatoio di combustibile.

E' indispensabile una manutenzione periodica svolta da tecnici competenti, ad intervalli regolari dipendenti dal modello (costo stimato in 0,02 Euro/kWh elettrico prodotto). 

E' consigliabile prevedere un piano di manutenzione con la ditta installatrice, che può garantire un controllo locale o remoto tramite modem.

Domande frequenti 

La cogenerazione è sempre abbinata al teleriscaldamento?
No. Solo per le grandi taglie, dove non è possibile utilizzare tutto il calore nel luogo in cui viene prodotto. In questo caso la centrale ha lo scopo di produrre energia elettrica ed il calore è un sottoprodotto; per sfruttarlo occorre costruire una costosa rete di teleriscaldamento che lo porti verso le utenze, con una perdita di circa 1°C ogni 10km di rete.

L'idea alla base della micro-cogenerazione diffusa è l'opposto: il micro-cogeneratore sostituisce l'impianto di riscaldamento, cioè produce il calore dove serve, e l'energia elettrica è il "sottoprodotto", che si può utilizzare direttamente e/o riversare in rete senza costi d'investimento, perchè la rete elettrica già esiste.
Il principale ostacolo alla sua diffusione è la difficoltà e l'incertezza dell'iter autorizzativo.

Per fornire un quadro generale sulla cogenerazione, con particolare attenzione alla normativa vigente in Italia, il Gestore Servizi Elettrici (GSE) ha pubblicato la seconda edizione della “Guida al riconoscimento della cogenerazione”.

Che cos'è la trigenerazione?
La trigenerazione implica la produzione contemporanea di energia meccanica (elettricità), calore e freddo utilizzando un solo combustibile.

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Isolanti termoriflettenti https://www.casasoleil.it/isolanti-termoriflettenti/ https://www.casasoleil.it/isolanti-termoriflettenti/#respond Sat, 31 Aug 2019 15:31:05 +0000 https://www.casasoleil.it/?p=1673 Che cos'è?  E' un sistema di isolamento termico composto da una o più superfici riflettenti a bassa emissività confinanti con una o più intercapedini d'aria, ... Leggi tutto

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Che cos'è? 

E' un sistema di isolamento termico composto da una o più superfici riflettenti a bassa emissività confinanti con una o più intercapedini d'aria, dove per intercapedine d'aria si intende un'area completamente priva di materiali conduttivi.

Cosa riflette? 

Per capire il funzionamento dei materiali riflettenti è necessario conoscere i meccanismi di trasmissione del calore: convezione, conduzione e irraggiamento. I materiali riflettenti infatti agiscono sulla riduzione dell'energia trasmessa per irraggiamento da una superficie all'altra (in termini di scambio effettivo) in una intercapedine con moti convettivi in atto.

Le applicazioni di questa forma di isolamento in altri settori ne evidenziano il funzionamento e l'efficacia, ecco alcuni esempi:

  • Le coperte che si usano per rivestire i corpi dei feriti negli incidenti notturni sono a tutti gli effetti un rivestimento bassoemissivo che impedisce alla calotta celeste di sottrarre gran parte dell'energia termica della sorgente (uomo) per irraggiamento.
    Applicazione edili: nella procedura della Regione Lombardia è stata introdotta la dispersione per irraggiamento nei confronti della calotta celeste. 

    In edilizia quindi l'applicazione dell'isolamento delle coperture con materiale riflettente comporta miglioramento invernale notturno.
  • Il funzionamento dei thermos per i liquidi caldi (o freddi) è basato sull'eliminazione del meccanismo di trasmissione del calore per convezione (nell'intercapedine c'è il vuoto) e sulla riduzione del meccanismo di trasmissione del calore per irraggiamento per mezzo di superfici dell'intercapedine bassoemissive. 

    In edilizia tale applicazione è rappresentata dall'impiego del materiale in intercapedini tra murature in laterizio. In questo caso è impossibile eliminare gli effetti della presenza di aria e quindi dei moti convettivi ad essa legati.
  • Nella cottura e nel mantenimento del cibo "caldo". Le pellicole in alluminio che si impiegano limitano il raffreddamento del cibo e dell'aria all'interno di esso rallentando il meccanismo di trasmissione del calore per irraggiamento con l'ambiente circostante. 

    In edilizia tale applicazione è rappresentata dall'impiego del materiale associato a sorgenti di calore tipo caloriferi.

I pannelli termoriflettenti sono realizzati in materiale isolante e rivestiti di uno strato di alluminio termoriflettente.

Senza dover smontare i caloriferi è possibile migliorarne l'efficienza inserendo tra radiatore e parete uno speciale pannello termoriflettente.

I vantaggi 

Isola il radiatore dalla parete di appoggio; evita dispersioni all'esterno; riflette nel vostro ambiente tutto il calore disponibile; permette di riscaldare più velocemente ogni stanza; mantiene più a lungo il calore negli ambienti dopo lo spegnimento dei caloriferi.

Il "Fai da te Facile " per il risparmio energetico 
Semplici da sagomare e installare con il pratico e intuitivo kit istruzioni. La posa in opera è estremamente facilitata dalla leggerezza e dalla praticità di manipolazione del prodotto. Non è necessario alcun attrezzo speciale, basta un pennarello, una forbice o un taglierino e non si devono prendere particolari precauzioni di sicurezza (guanti o maschere). Incollaggio con biadesivo forte, colle liquide a base di acqua, nastri adesivi di alluminio o semplicemente con dei chiodini da muro. Queste caratteristiche creano una situazione ottimale di posa, con possibili condizioni di maggior resa operativa.

Vengono venduti in rotoli a partire da 2/3mq (mediamente le misure ideali per monolocali e appartamenti di due locali più servizi)con vari spessori (da circa 4 a 7 mm) a partire da 7/8 euro al mq + Iva e spese di spedizione.

Gli isolanti riflettenti possono essere utilizzati integralmente, senza sprechi. 
Non si hanno sfridi poiché, essendo forniti in rotoli, possono essere tagliati e messi a misura nella dimensione necessaria molto facilmente.

  1. risparmio sui consumi di riscaldamento
  2. risparmio sui consumi di raffrescamento
  3. minori emissioni nocive nell'ambiente

Indicati anche per:

Isolamento termico del tetto: grazie alle superfici riflettenti viene annullato l’irraggiamento solare estivo con grande beneficio per chi abita ai piani alti.

  • Isolamento termo-acustico di pareti esterne e divisorie
  • Isolamento termo-acustico di pavimenti e solai interpiano
  • Isolamento dal rumore di calpestio e per riscaldamento a pavimento.
  • Applicazioni industriali, set cinematografici. serre agricole, coltivazioni indoor, verande, camper, garage, case in legno.

Scarica gratuitamente la Guida ANIT per progettisti e posatori.
(ANIT Associazione Nazionale per l'Isolamento Termico e acustico)

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